COS‘È IL KEIRYŪ
Il keiryū ( 渓流, “torrente di montagna”) è un componimento poetico di quarantadue sillabe distribuite in cinque versi, secondo il seguente schema metrico: 7-9-8-9-9.
I primi tre versi costituiscono lo “izumi”(泉, “sorgente”), mentre gli ultimi due, ad essi intimamente connessi ma di più ampio respiro concettuale, formano il cosiddetto “nazo no kaze” (謎の風, letteralmente, “enigma del vento”).
Oltre a dover contenere il cosiddetto “sasayaku” (囁く, “sussurro”), cioè il tema esistenziale dello scritto, il keiryū prevede, nel proprio impianto lirico, uno o più “kizuna” (絆, “collegamento”, “vincolo”), ossia delle parole o dei segni d’interpunzione con funzione di cesura.
I principi cardine che devono guidare il keijin(けいじん, “scrittore di keiryū”) nella stesura dell’opera sono generalmente:
– la transitorietà (“hakana-sa” はかなさ) dell’essere, in relazione all’inesorabile scorrere del tempo;
– la cripticità (“fukakaina” 不可解な) del messaggio veicolato dal poeta, volto a stimolare una profonda riflessione intimistica nell’animo del lettore e, conseguentemente, una pluralità di soluzioni interpretative, tutte egualmente valide;
– la sintesi armoniosa (“hāmonī” ハーモニー) tra il vissuto personale del keijin e la reale naturale che lo circonda.
Il keiryū, di regola, non ha un titolo.
Esempio di keiryū:
Verrà il tempo degli addii
tardo e azzurro come il sonno –
per te avrò quell’innocenza
che si addice al moscerino
quando danza sopra i peschi.